Vuoi comunicare la tua azienda ma non sai come fare?
Basta scuse. Inizia adesso.

Diciamocelo, a parole è sempre tutto facile, è quando ti siedi alla scrivania per concretizzare, che le cose diventano difficili.

Quello che nella mente sembrava così chiaro e a parlarne ti sentivi il padrone del mondo, nel momento esatto in cui inizi a scrivere, organizzare e mettere in fila, chissà perché quel filo del discorso diventa un groviglio.

So bene di cosa sto parlando, perché succede anche a me.

Questo sito è nato sognando di essere un blog, ma insomma…non ne ha poi tanti di articoli.

Le idee sono tante, così come i progetti su cui lavoro e che potrei raccontare. Ma appena ho davanti a me il bianco candido del foglio word, 5 dannati motivi provano a fermarmi. Sempre quelli.

  1. Non è poi così importante
  2. E se sbaglio qualcosa?
  3. Adesso proprio non ho tempo!
  4. Cosa ci guadagno?
  5. Mica vado a raccontare in giro i miei segreti!

Non è poi così importante

Per te forse. Ma pensa a tutte le volte che hai parlato con un cliente: quanto quello che hai detto in sala riunioni è stato importante per lui?

Io mi occupo di comunicazione e praticamente ogni giorno aiuto i miei clienti a raccontare meglio quello che fanno. Senza rendermene conto (anzi, senza vederne l’importanza) passo loro pezzi della mia esperienza, dei miei studi e della mia professionalità. Come semplificare in testo, come tradurre qualcosa di utile per loro in qualcosa di rilevante per il cliente finale, come sistemare l’impaginazione di una pubblicità, giusto per dirne alcune.

E se sbaglio qualcosa?

A patto che quando scrivi qualcosa riconosciuto come ‘universalmente vero’ tu lo abbia studiato e verificato, sai bene anche tu che non esistono verità assolute.

Comunicare la tua azienda significa condividere le tue competenze e le tue conoscenze. Entrambe nascono dalla tua esperienza dal tuo modo di affrontare, vedere e risolvere determinate situazioni.

A meno che tu non stia parlando di leggi incise nella pietra, mettere a disposizione degli altri la tua personale visione è un valore sia per chi ci trova del buono che per chi la pensa diversamente.

Voglio dire, Cristoforo Colombo, quando ha progettato il viaggio per le Indie, ha sbagliato tutti i calcoli. Ma alla fine ha scoperto l’America.

Adesso proprio non ho tempo!

Si sa, quando hai dei clienti da soddisfare e delle scadenze da rispettare, tutto il resto diventa superfluo.

Quando poi il superfluo è anche difficile da fare, diventa più allettante sistemare l’archivio che raschiare il fondo del barile del tempo e raccontare il tuo lavoro.

Avere tempo è un’attitudine mentale, oltre che organizzazione e capacità di gestione.

“Non dire che non hai abbastanza tempo. Hai esattamente lo stesso numero di ore al giorno che venne dato a Galileo, Pasteur, Michelangelo, Madre Teresa, Leonardo da Vinci, Thomas Jefferson, e Albert Einstein.”
H. Jackson Brown JR

Cosa ci guadagno?

Tutto il tempo che passi a comunicare la tua azienda, invece che a ‘produrre’, sono soldi persi, lo so che pensi questo.
Ma fermati a riflettere: la promozione del tuo lavoro non è come un cliente da soddisfare?

Far sapere agli altri di cosa ti occupi, cosa sai fare meglio, cosa stai facendo e cosa puoi fare per loro, non è un passaggio chiave per farli arrivare da te?
Io direi di sì. E allora forse vale la pena dedicargli del tempo.

Mica vado a raccontare in giro i miei segreti!

Eh certo. Se penso al mio lavoro è risaputo che chi è del mestiere non sappia come si impagina una grafica, come si scrive un post o come strutturare un piano editoriale.

Non è credibile vero?
Raccontare quello che fai e come lo fai non renderà invincibili i tuoi concorrenti. Gran parte di quello che sai, è di dominio pubblico.
E se anche i concorrenti carpissero qualche idea o competenza, pensaci un attimo: quello che sai, è tutta farina del tuo sacco o l’hai scoperto leggendo, informandoti e provando?

Non c’è niente che i nostri concorrenti non possano imparare cercando anche altrove.
Se hanno questa attitudine, non sarà quello che scrivi tu a renderli più bravi.
Se non ce l’hanno, saranno comunque sempre un passo dietro di te, perché copieranno invece che creare qualcosa di loro.

Il mio calendario dell’avvento 2020

Tutto questo papier per dirti che ho pensato ad un calendario dell’avvento tutto mio, in cui voglio condividere con te dei semplici spunti quotidiani sulla comunicazione, per aiutarti a comunicare la tua azienda ogni giorno un po’ meglio.

Un calendario che è un po’ di ispirazione e un po’ d’azione.
Come l’aforisma che ho scelto oggi: mi piace perché mi ricorda che fare bene le cose non è sufficiente.
Devo chiedermi ogni giorno: “Cosa farebbe in questa situazione la persona che voglio diventare?”, poi, semplicemente, farlo.

Così ho fatto oggi.
Il mio desiderio è che questo sito diventi un riferimento per le aziende che vogliono comunicare di più e meglio.
Sto studiando alla Content Marketing Academy, per questo, ma serve la pratica.
E allora mi sono seduta alla scrivania e ho scritto questo articolo.

La marcia in più della maternità

Oltre ad essere una professionista sono anche una mamma e sono convinta che quei due cuori che battono fuori dal mio petto, abbiano il grande merito di avermi reso migliore anche nel lavoro.

Sto crescendo due bambini e mi rendo conto di quanto sia facile perdere di vista l’obiettivo vero di tutta questa faccenda: aiutare due piccoli umani a diventare adulti autonomi, rispettosi e consapevoli.

Quando sono in difficoltà perché non ascoltano, sarebbe facile scadere nelle minacce di Babbi Natale desaparecidos o Lupi cattivi alla porta. Ma che senso ha?
Serve a farli diventare gli adulti che vorrei fossero domani?

Con la comunicazione, ma anche con tutto il resto, in fondo, è la stessa cosa.
Quello che vuoi essere domani (che sia un’azienda conosciuta e affidabile o un professionista capace e aggiornato), inizia da quello che fai oggi, ma senza scorciatoie.

I bambini vanno aiutati a capire cosa è giusto, andando oltre la paura. Gli adulti dovrebbero già saperlo fare. Lo dice anche Platone:

“Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.”

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