Cosa posso fare per te?
È questa la prima domanda che mi verrebbe da farti, se fossi ‘solo’ una consulente di comunicazione.
Ma i tanti anni di lavoro e le numerose esperienze mi hanno insegnato che la cosa centrale, in questo binomio, sei tu, non io.

E allora, al nostro primo incontro (o contatto), ti chiederò:
Di cosa hai bisogno?”
Perché il mio intento non è venderti qualcosa, ma ascoltare quello che stai cercando e aiutarti a trovare la via per raggiungerlo.

Dopodiché cercherò di capire meglio chi sei, mandandoti un questionario su storia, visione, clienti, concorrenti, obiettivi e valori aziendali, personalizzato sui bisogni che mi hai raccontato.
Che scatole, dovrebbe aiutarmi e invece mi dà un questionario da fare”.
È vero, può sembrare una noia, ma sono due i motivi per cui non inizio mai un progetto senza il questionario compilato:

  1. È un’assunzione di responsabilità.
    Il tempo è prezioso e comunicare richiede impegno, sia per me che per te.
    Compilare il questionario è un buon punto di partenza per capire che la motivazione e il bisogno sono sufficientemente forti per lavorare insieme.
  2. È necessario, se devo aiutarti a raccontare la tua azienda.
    Posso intervistarti, posso ascoltarti parlare della tua impresa e del motore che la spinge (e lo farò), ma è necessario che tu metta tutto nero su bianco.
    Servirà ad entrambi, per capire da che punto partiamo e che strumenti abbiamo per trasformare il tuo lavoro in storie e progetti.

Allora, e solo allora, potremo iniziare a progettare la comunicazione della tua azienda.
Ma veniamo al dunque…di cosa hai bisogno?

  • Hai tanto da raccontare sul tuo lavoro, ma non sai come farlo o da dove iniziare?
  • Devi pensare da zero o rinnovare l’identità e l’immagine aziendale?
  • Vuoi progettare un evento, partecipare ad una fiera, organizzare una formazione?
  • Hai bisogno di aiuto nel gestire la produzione di video o foto istituzionali o di prodotto?

Io posso aiutarti.

Posso lavorare sull’idea, scrivere i contenuti, progettare la grafica o strutturare il metodo di lavoro.

Tutto questo lo faremo senza tante chiacchiere.
Odio le riunioni interminabili dalle quali si esce più confusi di prima.
Sono una ‘pratica’, anche troppo forse, concentrandomi più sul ‘fare’ che sul ‘far sapere’ (sono marchigiana, dopotutto!).
Ma i difetti possono diventare pregi, se ne sei consapevole.

Per questo dedicheremo tutto il tempo necessario a impostare e strutturare il lavoro, condivideremo un piano da rispettare e ci confronteremo sulle decisioni importanti.
Saprai sempre quello che sta succedendo e cosa aspettarti da me.

Sarò una guida, per te.

E come succede in montagna, un passo dopo l’altro, con costanza e concentrazione, arriveremo in cima insieme.

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